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Il peso dei licenziamenti post Covid, ricaduti per il 90% sulle donne. Le difficoltà nell’avvio e nella gestione di una impresa e la necessità di una maggiore equità nel settore tecnologico. La necessità di interventi per agevolare l’equilibrio tra lavoro e vita privata e facilitare l’accesso a corsi di studio ancora oggi ritenuti prevalentemente “maschili”. Ma anche punti di forza e valori delle imprese a guida femminile. 

In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne 2023, abbiamo voluto fare il punto su lavoro e imprenditoria femminile con la professoressa Lucia Gibilaro, docente di Economia degli intermediari finanziari, Finanza dell’impresa sociale e Financial Management and Markets presso l’Università LUMSA di Roma. 

 

  • Professoressa, iniziamo facendo un quadro generale: qual è la situazione post Covid, anche in considerazione del fatto che licenziamenti e chiusure hanno colpito per la quasi totalità proprio le donne? 

Secondo i dati ISTAT, il tasso di occupazione delle donne (53,9%) era già al di sotto di quello degli uomini (73,30%) e della popolazione in generale (63,5%) già prima della diffusione del Covid-19. La pandemia, in un contesto di riduzione del tasso di occupazione generale del 3% nel 2020, ha mostrato effetti più severi per le donne, il cui tasso di occupazione è diminuito del 3% in linea con il dato nazionale, mentre il tasso di occupazione maschile è diminuito del 2%. 

La maggiore caduta dell’occupazione femminile è riconducibile all’occupazione in settori, come i servizi e il commercio dove operano molte PMI, che hanno risentito maggiormente dei provvedimenti restrittivi assunti per le attività economiche durante la pandemia. 

Gli ultimi dati disponibili mostrano che nel 2022 il tasso di occupazione generale è salito oltre il livello raggiunto nel 2019, anche se tale ripresa è stata più marcata per gli uomini rispetto alle donne e, inoltre, che la crescita dell’occupazione femminile ha riguardato in particolare le donne di età non superiore a 34 anni. A ciò si deve aggiungere che le donne di tale fascia di età sono destinatarie della gran parte dei contratti di lavoro non standard, come tempo determinato, collaborazioni, part-time, frutto di una scelta involontaria della lavoratrice (Censis, 2023)

 

  • Quali sono secondo lei i punti di forza delle imprese guidate da donne? 

Oggi le imprese residenti in Italia con amministratore delegato donna sono circa il 25% del totale e, analizzando anche la composizione per genere degli esponenti aziendali, si osserva che le donne sono meno della metà rispetto agli uomini. Con riferimento alle PMI, le realtà amministrate da donne sono circa il 20% del totale: a ben vedere, le PMI guidate da donne che riportano un risultato di periodo ante imposte positivo sono circa l’80%, con una concentrazione delle PMI guidate da donne di successo in particolare nel Nord – Ovest e nel Centro del paese. Inoltre, le donne dimostrano una predisposizione verso l’artigianato non diversa rispetto alle realtà guidate da uomini (AIDA, Bureau Van Dijk 2023).

I punti di forza delle imprese guidate da donne possono essere individuati nella trasparenza e correttezza nelle relazioni con gli stakeholder e nella capacità di implementazione e di esecuzione di progetti di medio lungo termine, cogliendo i cambiamenti e predisponendo le risposte per tempo.

Le abilità nella pianificazione consentono alle imprese guidate da donne di non subire passivamente gli effetti della congiuntura economica, ma di anticiparli stabilizzando gli effetti sulla redditività dell’impresa. In questo, rientrano i progetti nella prospettiva della sostenibilità ambientale e sociale. Da ultimo, le imprese a guida femminile hanno una capacità di comunicazione multicanale più sviluppata rispetto agli uomini, come dimostrato dalla più alta percentuale di PMI a guida femminile che ha un sito internet rispetto alle PMI a guida maschile (AIDA, Bureau Van Dijk 2023).

 

  • Quali invece le difficoltà che incontrano in fase di startup e poi di gestione quotidiana?

Certamente la minore esperienza e la storia mediamente più recente delle imprese a guida femminile, come dimostrato dalla più alta percentuale di imprese amministrate da donne fondate negli ultimi 5 anni rispetto al totale delle imprese (AIDA, Bureau Van Dijk 2023), può influenzare lo stadio di sviluppo delle relazioni con gli stakeholders, in primo luogo i fornitori e i finanziatori, nelle quali sono necessarie molte interazioni prima di poter dire di aver costruito una relazione di valore. 

A livello settoriale, si evidenzia una non equilibrata distribuzione delle PMI guidate da donne e, inoltre, focalizzando l’attenzione sulle PMI innovative, le realtà a guida maschile sono circa 5 volte quelle a guida femminile evidenziando la necessità di un maggiore coinvolgimento nell’ambito dell’alta tecnologia.

 

  • Ci sono molte soluzioni messe in campo a livello istituzionali per agevolare l’imprenditoria femminile: pensa che ci sia ancora qualcosa che potrebbe essere fatto? 

Come detto, la distribuzione delle imprese a guida femminile per settore merceologico non è, al momento, equilibrata: le PMI amministrate da donne si concentrano prevalentemente nel commercio, nei servizi alla ristorazione e nelle attività di mediazione immobiliare. Altri settori che prevedono una discreta presenza di PMI a guida femminile sono le costruzioni  e le opere di ingegneria civile e, ulteriormente, il settore della moda attraverso il tessile e le confezioni (AIDA, Bureau Van Dijk 2023).

Sulla base di quanto detto in precedenza, sarebbe utile incentivare, sin dall’istruzione, la presenza femminile nei settori ad elevato contenuto tecnologico, stimolando l’accesso delle studentesse ai corsi di studio STEM. Da ultimo, c’è ancora necessità di interventi volti a favorire la possibilità di conciliare attività professionale con vita privata.

 

  • Ci sono delle imprese femminili che trova particolarmente interessanti, soprattuto tra le PMI e le startup?

Esempi di PMI innovative guidate  da donne con interessanti prospettive di crescita sono: Fili Pari, attiva nel mondo della moda che realizza capi con polvere di marmo; Brave Potions, che sviluppa approcci per consentire ai bambini di vincere la paura nelle cure mediche.  SkinLabo SRL, attiva nel mondo della cosmetica a portata di tutti i consumatori con una forte vocazione verso la sostenibilità ambientale implementata attraverso la filiera alla quale appartiene. Infine, Cellula SRL, che progetta sistemi di costruzioni volti alla riduzione dell’inquinamento basato sulla Cellula costruita completamente in fabbrica nel rispetto delle norme ambientali e del lavoro,

 

  • Nella sua esperienza di docente, che tipo di interesse riscontra nelle studentesse per l’avvio di progetti imprenditoriali? Ci sono settori in cui si sentono più coinvolte e in cui vorrebbero essere attive con startup o iniziative di impresa?

La predisposizione verso l’imprenditoria è funzione di molti fattori: background familiare e culturale, istruzione e formazione, carattere personale. Le studentesse più giovani più interessate verso l’avvio di un progetto imprenditoriale sono quelle che hanno avuto esperienze internazionali oppure che hanno un background familiare imprenditoriale. 

Tra le studentesse dei corsi di laurea magistrale, invece, si osserva un interesse più diffuso, in particolare verso progetti di imprenditoria sociale volti al miglioramento dell’ambiente e della società.